Editoriale / La Biblioteca, luogo di studio, talvolta intesa come salotto

La Biblioteca, comunale o non necessariamente tale, è solitamente intesa come un luogo dove si studia, dove si mantiene il più autentico riserbo, e dove si scambiano informazioni nei corridoi oppure con molta discrezione. Talvolta però a causa dei soliti bulli da quattro soldi diventano luogo dove distrarsi, gozzovigliare e deridere chi invece è intento alla lettura ed all’apprendimento. Qualcuno dice che vi si fuma anche erba, ma non voglio pensare che si riferisca all’esempio portato dallo scrivente.

Purtroppo anche in una nota biblioteca del nostro comprensorio vige il medesimo ordine di idee e la medesima condotta, dove il solito imbecille di turno che non ha voglia di fare niente e chiacchiera da mattino a sera, cioè da quando la biblioteca apre i battenti fino a quando li chiude, lascia i libri sul tavolino, ne approfitta per disturbare con i suoi compari chi sta compiendo il proprio dovere in buona fede pretendendone, malgrado un comportamento risibile e privo di alcuna volontà di stare con la mente rivolta verso un libro ingiallito, il saluto, e si diverte, cercando di dimostrare di essere il più sarcastico di tutti.

Sono queste le persone che dovremo sopportare nel mondo del lavoro, dove si sgobba e si sta attenti ad ogni piccola pecca, onde verificare l’effettivo valore di chi è chiamato ad affrontare una giornata lavorativa, sono questi i soggetti che faranno parte del mondo del lavoro, intenti all’ozio, predicando nel deserto, ed impedendo anche a chi è armato di sani principi di applicarsi, disturbandone la quiete.

Di recente, mi è capitato di imbattermi in un soggetto simile, e, fin dal primo giorno ha dimostrato di volere a tutti i costi il mio saluto senza dimostrare nulla, senza per questo sapere se meritare di essere ricambiato oppure no. A volte nemmeno mi guardava negli occhi, oppure chiedeva aiuto ad altri suoi compiacenti colleghi, chiamando per così dire, la propria schiera di amici, compagni di merende, di bagordi e non solo complici di un assalto allo studioso capitato tra i piedi come un masso difficile da spostare. Magari, sarà il solito omosessuale che ha paura di esporsi e di confessarsi… Un giorno o l’altro glielo chiederò, sicuro, visto il suo grado di moralità, di ottenere una risposta evasiva e priva di fondamenta.

Gilberto Farina
Direttore de: Sora e Dintorni

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