Alvito / Meditando con il calendario dell’Oasi

(In evidenza, il sacerdote-esorcista
dell’Oasi Mariana Betania di Alvito,
don Alberto Mariani)

27 Marzo 2022 – 4a Domenica di Quaresima – C – Vangelo del giorno: Lc 15,1-3.11-32

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola:
«Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio.
Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Parola del giorno: “Allora ritornò in sé …”

Siamo dinanzi a un uomo – l’età non viene detta, si dice però che aveva un fratello di lui più grande – in un momento forse il più importante e delicato della sua esistenza. Di lui sappiamo tutto e di più, ma quello che ha in cuore in quel momento in cui decide di tornare da suo padre possiamo a malapena immaginarlo: capirlo sarebbe una pretesa troppo grossa che è riservata solo a Dio. Ha abbandonato il padre, ha sperperato, in modo dissoluto, tutta la sua parte del patrimonio ricevuto. Rimasto solo ha cercato lavoro e l’unico trovato è stato quello di pascolare i porci che, per la fame ha finito per invidiare; ma forse proprio loro sono stati lo specchio e i maestri in quel momento. Chissà quanti pensieri, tentazioni e rimorsi… forse anche rabbia nei confronti degli amici che lo hanno abbandonato, ma non ci viene detto. Sappiamo – e può bastarci, perché è quello che più vale – ciò che decide dal momento in cui ritorna in sé. Non suo merito … ma tocco della grazia, alla quale lui, però, ha coraggiosamente corrisposto. Il resto è tutto da gustare. Con commozione e con rispetto, ma anche con le lacrime agli occhi, senza vergognarsi, se – per grazia – tocca a noi. Si tratta di una parabola, ma ha il potere di portare l’abbraccio misericordioso e tenero del Padre anche davanti ai più disperati della terra.

A cura del sacerdote-esorcista
dell’Oasi Mariana Betania di Alvito
Don Alberto Mariani

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