Alvito / Meditando con il calendario dell’Oasi

(In evidenza, il sacerdote-esorcista
dell’Oasi Mariana Betania
di Alvito, don Alberto Mariani)

23 Aprile 2024 –
Martedì – 4a settimana di Pasqua
Vangelo del giorno: Gv 10,22-30

Dal Vangelo secondo Giovanni
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

Parola del giorno: Fino a quando ci terrai nell’incertezza?

Fino a quando ci terrai nell’incertezza?”. È la prima parte della domanda con la quale i giudei, dopo essersi messi attorno a Gesù, lo interrogano. Dai vangeli sappiamo che intorno a Lui, con motivazioni di bisogno, di curiosità, di amore ma anche di velata o manifesta ostilità, o per non assumersi le proprie responsabilità, si sono posti in tanti e questa prima parte di domanda che, apparentemente, sembra motivata da un dubbio, da un desiderio di verità, in realtà risulta essere ostile: “Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente”. Vogliono trarre in inganno Gesù che, in tante occasioni e liberamente, aveva già affermato di essere il Messia che stavano aspettando. Ieri come oggi, pur di non interrogarci ed assumerci le nostre responsabilità continuiamo a provocare Gesù con domande sul perché, in questo nostro mondo, prevale il male, la sofferenza, l’ingiustizia… quando basterebbe volgere lo sguardo a noi stessi, al rifiuto di poter essere artigiani di bene e di pace e così, pur dicendoci cristiani, lasciamo prevalere l’io, l’orgoglio, la superbia che continuano a farci vedere la pagliuzza nell’occhio dell’altro e non la trave nel nostro. Gesù, che ben conosce i loro e i nostri pensieri, continua a rispondere sempre con libertà e chiarezza non lasciando spazio a fraintendimenti o ambiguità, Lui, il Maestro, non perde mai l’opportunità di invitarli, invitarci alla fede, a credere e ad accogliere l’invito ad essere una cosa sola.

A cura del sacerdote-esorcista
dell’Oasi Mariana Betania di Alvito
Don Alberto Mariani

Potrebbe piacerti anche...

Lascia un commento