Sora / Marco La Rocca, un artista ‘sui generis’

Artista immagine 1
(Sopra un’immagine dell’artista sorano, Marco Vicini la Rocca,
in anteprima il logo della città di Sora)
Avere Amici è una fortuna che porta con se l’eventualità di essere considerati al di là dei meriti. Spesso questo accade nelle comunità ristrette dove basta il parere di un amico al biliardo a farci apprezzare ma sono momenti e la cultura quella vera rimane orfana.
Corre pertanto, l’obbligo di illustrare un personaggio emergente del panorama sorano. Se fossi il Marino esordirei così: è cittadino del mondo; vive nella città dell’armonia, in via dell’arte, nel palazzo della poesia, nell’appartamento
di nome Tersicore e sulla porta è visibile un sole con la scritta Inti.
Si tratta di un artista che, nell’aspetto e nei comportamenti ha dell’Hidalgo Iberico, ed è un personaggio fuori dal tempo perché le sue attitudini abbracciano le materie artistiche del QuadrivioAcademico”, ossia:: Poesia, Pittura, Musica, Canto.
La sua biografia è chiara, si tratta di un italiano nato all’estero, si definisce cittadino del mondo, ed è un attributo che gli viene dalla sua cultura cosmopolita e dall’essere cristiano, nel significato di dare pari dignità agli ebrei e ai gentili.
Il suo presunto indirizzo localizza in un mondo del bello immaginario un personaggio dalle attività artistiche multiformi fino a giungere nel nuovo Parnaso,  in cui il bello si ricompone complessivamente nella figura di Inti, divinità precolombiana, che ricalca la figura di Apollo.
Quanto affermato è necessario per ridisegnare la figura di un artista giovane, un artista diverso, un Artista moderno nella classicità del modo in cui fa arte, un artista che approccia più aspetti dell’arte perché è un artista completo nella circolarità delle forme diverse ma pur sempre tese allo stesso obiettivo: ‘il bello’. Se fossi Hitchkoch presenterei il suo nome sottolineandolo con la partitura di “Toccata e fuga”, se fossimo a Las Vegas lo scriverei fra un tripudio di bengala multicolori nel cielo, ma siamo a Sora dove c’è l’indifferenza per la cultura e l’arte… ecco perché indico questo nome nelle pagine di un giornale telematico locale: Marco Vicini La Rocca.
Studi giuridici, studi di scienze psicologiche applicate con una serie di approfondimento di alto valore sociale, ma presto scopre che la sua via è nell’arte.
Come tutti i grandi è umile e la sua costante è la gavetta e su questa costruisce i successi successivi. Sassofonista non disprezzabile, si cimenta con la pittura e diviene allievo del Maestro Vico Calabrò, ottenendo riconoscimenti internazionali dal Rotary Internazionale per l’Affresco. Impaziente nella sua ricerca artistica si distingue con opere pubblicate in prosa e soprattutto con poesie di profondo slancio emotivo e partecipazione, segno di un animo sensibile e portato alla comprensione degli altri.
Quando partecipa Marco la graduatoria si accorcia sempre, è sempre uno dei primi tre, sia nelle competizioni locali, sia in quelle più blasonate che richiamano la Alda Merini. A tutto ciò va aggiunto un talento per il canto che lo sta imponendo in campo nazionale sia come cantante, sia come autore. Sta bruciando le tappe, approcciando esperti che ne apprezzano le qualità e collocandosi prepotentemente nei primi posti nelle selezioni alle quali partecipa. Una voce dai grandi mezzi, una intonazione naturale, non fa rimpiangere Vittorio De Sica quando interpreta “Parlami d’amore Mariu’”, nello swing è un Frank Sinatra anni ’50, una voce fresca, nitida, trascinante, ma affronta con toni giusti, anche il classico napoletano,
Se continua così , non sarà una meteora, ne parleremo a lungo Una sola cosa non condivido con Marco, quando non si accorge della profonda contraddizione che afferma dicendosi Immigrato e Cristiano. A parte altre considerazioni noi Cristiani siamo tutti pellegrini in marcia verso la Patria celeste.
Adelante Marco Suerte y Felicidad!!!
Rodolfo Damiani

Potrebbe piacerti anche...

Lascia un commento