Sora / Rodolfo Damiani: ‘Anziani valore aggiunto e non un peso per la società’

L’invecchiamento è’ un fenomeno in continua espansione al quale sono connesse dimensioni che possono modificare
il corso della vita degli individui ed incidere nell’organizzazione sociale. Pertanto, le strutture portanti della democrazia partecipativa e della coesione sociale tendono ad essere emarginate.
Per essere riconosciuti soggetti della democrazia economica e della concertazione non basta semplicemente rivendicarlo, ma occorre costruirne le condizioni, innanzitutto, di competenza, autorevolezza, responsabilità, rappresentatività.
Gli anziani sono una categoria con le sue specificità e priorità e, pertanto, non pensiamo affatto ad una persona come ad un mero elemento di costo in un supposto bilancio nazionale, dove solo il lavoratore attivo è apportatore di ricchezza; al contrario, anche l’anziano produce ricchezza costituita in primis dalla sua presenza al servizio della famiglia.
La crisi che stiamo vivendo, non è solo di natura economica, politica e sociale, ma è crisi morale, in cui purtroppo anche le strutture sociali non sempre hanno risposto adeguatamente. Le rilevazioni statistiche fotografano un’Italia con 13 milioni di persone over 65 anni. La Terza Età è una categoria sociale complessa e articolata non sempre in modo univoco, a partire dalla definizione.
La presenza degli anziani è fondamentale per sopperire alla carenza, o al costo inaccessibile, di strutture che si definiscono sociali, ma di sociale non hanno nulla. E venne il Corona Virus. Purtroppo la pandemia ha portato alla luce tutte le menzogne, su cui abitualmente si lucra, che si occultano dietro fantomatici, istituti di ricerche, uffici statistici, corsi di qualificazione, cooperative che sono spesso sociali solo per chi le gestisce.
Fino alla metà del secolo precedente esisteva una cultura della famiglia, esistevano i ruoli, ognuno aveva una mission, c’era una forma di gerarchia distribuita in cui era contemplato anche il caso del disabile non autosufficiente. Il nuovo modello che si sta affermando, parla molto di libertà individuali, sancisce un modello di famiglia aperta, soprattutto non crea un organismo in cui l’affetto, il rispetto,la distribuzione dei pesi permetta di sostenere situazioni critiche. Si è creata una situazione in cui i componenti più deboli pensano con grande tristezza agli ultimi anni di vita non attiva. Per porre rimedio si sono studiate sistemazioni collettive modulate cercando di essere funzionali e adeguate ai bisogni. Qui cominciano i dolori su una serie di problemi:
– Persona autosufficiente
– Persona non autosufficiente
– Gestione pubblica (locale, Regionale, Statale)
– Gestione privata // Confessionale //laica // convenzionata
– Solventi // a convenzione // esenti
– Protocollo dei servizi
– Livello dei servizi
– Professionalità di chi opera i servizi
– Bilanci Pubblici / a richiesta
– Controllo / economico / funzionante / professionale
Vorrei che i nostri lettori cercassero delle risposte: non è la tessera di un partito o l’essere suo esponente che  garantisce  l’onestà. Il Parlamento farà la sua commissione d’inchiesta, che visto il passato, non ha dato risultati adeguati, preso atto dei reati di cui parliamo a mio avviso senza nessun riguardo, la formula è Carabinieri, schiavettoni, carcere preventivo, difensori limitati al contesto e giudici che possano dare una sentenza in sei mesi.
Rodolfo Damiani
Giornalista e Storico

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