Isola del Liri / i Mobius Strip presentano il nuovo lavoro: ‘Time Lag’

Mobius Strip foto 5

(Sopra, la magica band dallo stile ‘canterburiano’, Mobius Strip;
in anteprima, la coperrtina dell’ultimo lavoro intitolato: Time Lag)

Time Lag (Intervallo di tempo ndc), è il titolo dell’ultima fatica discografica del gruppo ciociaro, estraneo alle solite rotte metropolitane, denominato Möbius Strip. Il lavoro, prodotto dalla casa discografica Ma Ra Cash Records è disponibile sul mercato musicale da qualche mese ma, già prima dell’uscita dell’opera, il gruppo aveva messo in rete un brano intitolato Mateka’s Speech perché più orecchiabile, più accattivante, più spendibile e più semplice degli altri, tanto per dare un’idea dal canovaccio espressivo utilizzato. La band ha fin da subito dimostrato di essere innamorata della musica di complessi storici, quali: Weather Report, Caravan, Napoli Centrale etc. ed è composta da quattro elementi: Lorenzo Cellupica (piano, organo), Nico Fabrizi (sax tenore),  Eros Capoccitti (basso) e, dulcis in fundoDavide Rufo (batteria).

Ed è stato proprio il pianista,  Lorenzo Cellupica, raggiunto telefonicamente, a rilasciarci un’intervista che ha spiegato ancor meglio riferimenti, caratteristiche e qualità del disco.

Cosa c’è di diverso e, al contempo, di simile rispetto al vostro disco d’esordio? “Di simile c’è l’intenzione di esplorare vari brani con più sezioni e mescolare i generi. L’approccio compositivo, sta proprio nell’esecuzione di ‘tracce’ di durata verosimilmente estesa. La diversità, provo a dirne una, è autoreferenziale: visto che c’è una maggiore maturazione da parte dei componenti il quartetto. I brani inoltre, non si somigliano tra di loro. rispetto a quelli del primo album e sono stati introdotti altri strumenti. Per la precisione sono stati coinvolti ospiti esterni o, come direbbe qualcuno innamorato della lingua anglosassone: special guests“.

Di quante tracce si compone il Cd e qual è il loro titolo? “Nell’ordine: Chand Baori; Ibis’s Hybris; Mateka’s Speech; Old Tapestry, Mobius Cube ed infine A Theme for the End,

 “E’ un disco strumentale oppure prevede parti cantate e cori?Le parti cantate ed i cori sono previsti solo nell’ultimo brano dove c’è anche un testo scritto, dal titolo: ‘A Theme for the End’. Non è propriamente cantato, infatti non esiste una predominanza sulla parte strumentale, ma c’è un equilibrio e sono entrambi posti sullo stesso livello”.

State acquistando notevole spazio in ambito nazionale e senza il rischio di commercializzare il progetto. Dove risiede il segreto?I riconoscimenti sono arrivati già dopo la pubblicazione del primo disco e, con le vendite, stiamo ricevendo notevoli interessamenti“.

La preparazione paga sempre, non v’è dubbio…Sì, ma c’è un aspetto che ci intristisce, perchè, verificando gli ascolti, il pulpito che presta attenzione, che ci segue e che compra il disco, massimamente appartiene alla generazione dei nostri genitori. Ma pian pianino saremo apprezzati anche dalle giovani generazioni: almeno è il nostro augurio“.

La musica come hobby, oppure come una vera e propria professione da alimentare quotidianamente?Non  si tratta di un hobby, e ce la stiamo mettendo tutta per proporre la nostra musica, con tutte le difficoltà che comporta, ed è un’ambizione seria che va al di là del semplice passatempo“.

Quali sono i progetti per il futuro?Vorremmo iniziare a registrare il prossimo disco, ma, il desiderio più imminente è quello di proporre dal vivo i brani del nostro ultimo album. Purtroppo o, a causa di spiacevoli coincidenze, ed ulteriori impegni professionali dei singoli, non abbiamo avuto la possibilità di allietare dal vivo la platea. Ma ci rifaremo quanto prima!”.

Gilberto Farina
Direttore de: Sora e Dintorni; soraedintorni.it

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